di Luca Marrone
Modena. Tracce di olio minerale sul borsello di Mohamed Gaaloul. E Dna che sembrerebbe riconducibile al 29enne tunisino sulla tanica di olio esausto trovata sul luogo del delitto. È quanto si legge sul Giornale, con riferimento agli ultimi sviluppi del procedimento relativo all’omicidio di Alice Neri, rinvenuta senza vita nelle campagne di Fossa di Concordia il 18 novembre 2022. Il corpo si trovava nel bagagliaio della sua auto, data alle fiamme.
All’udienza del 7 luglio, nell’abito dell’incidente probatorio in corso, si sono appunto discussi gli esiti delle consulenze tecniche sulle tracce genetiche e chimiche acquisite in sede di indagine.
Presenti in aula i legali delle parti: il principale sospettato Gaaloul e i due indagati, nei cui confronti la Procura ha chiesto l’archiviazione, il marito della vittima, Nicholas Negrini, e il collega Marco Cuccui.
Tra i reperti presi in esame, oltre alla tanica, una spallina del reggiseno della giovane vittima. Quest’ultima presenta tracce di Dna di una persona non ancora identificata e, come accennato, dalla tanica sembrerebbe giungere un dato certo.
“Oggi abbiamo completato la parte chimica”, ha riferito al Resto del Carlino il consulente della difesa di Negrini, Luciano Garofano, “sulle tracce del borsello che è stato sequestrato all’indagato ci sono tracce di olio minerale. Il perito ha potuto dimostrare che nei reperti che erano stati campionati sono stati riscontrati sia benzina sia olio minerale.”
“La bilancia inizia a pendere”, ha dichiarato l’avvocato Cosimo Zaccaria, difensore della famiglia Neri, “una traccia di olio esausto, lo stesso contenuto nella tanica, è stata poi trovata nella parte interna del borsello di Gaaloul.”
“Sulla spallina del reggiseno della vittima è emersa una traccia di Dna sicuramente da interpretare”, considera l’avvocato Roberto Ghini, che assiste Gaaloul. “Capire se ci sono elementi per individuare o escludere un secondo soggetto è importante, nessuno sa inoltre come sia stato dato fuoco a quella vettura.” Per quanto riguarda la presenza del Dna del tunisino sulla tanica, risulterebbe spiegabile, secondo la difesa, con la presenza di Gaaloul sul luogo del rogo alcuni giorni prima del delitto: con i suoi amici avrebbe infatti organizzato proprio lì una grigliata e la tanica sarebbe stata utilizzata come seggiolino.
In tema di modalità con cui l’incendio sarebbe stato appiccato, il perito chiamato ad analizzare l’auto della vittima ha concluso che sia stata utilizzata della benzina e che, eventualmente, l’olio esausto potrebbe essere stato impiegato per alimentare le fiamme.