Willy, dopo quasi 36 anni, aperta una nuova indagine dalla Procura di Ferrara
Ferrara 02 Settembre 2024, sono trascorsi quasi 36 anni, da quel fatidico giorno in cui Willy Branchi, giovane 18enne disabile, fu ucciso barbaramente.
Il fratello di Willy, Luca Branchi, si è espresso in merito, durante una puntata della trasmissione “UnoMattina Estate“, condotto da Alessandro Politi, augurandosi che sia fatta luce, su questo crimine efferato, ancora senza un colpevole.
“Tra poco sono 36 anni che è venuto a mancare mio fratello. Speriamo di giungere a un risultato: è una lunga battaglia ma andremo sempre avanti” – dichiara il fratello in trasmissione.
L’efferato omicidio
Era il 30 Settembre del 1988, ci troviamo a Goro, in provincia di Ferrara, il corpo senza vita del povero 18enne, Vilfrido Branchi detto Willy, viene ritrovato nei pressi dell’argine del fiume Po.
Il corpo del ragazzo è completamente nudo, e sfigurato, a causa dei tanti colpi inferti, Willy subì un pestaggio selvaggio.
Fu massacrato con una pistola da macello, i suoi lineamenti non esistevano più, il suo volto era stato sfigurato.
A Willy fu portato via tutto, la vita in primis, eppure, i vestiti, e tutto ciò che aveva con sé, l’unica cosa che verrà ritrovata, poco distante dal cadavere, è il portafogli vuoto.
Uno degli efferati colpi, inferti con la pistola da macello, lo aveva raggiunto ad uno zigomo.
All’inizio le indagini si concentrano su un pregiudicato, tale Valeriano Forzati, ultima persona vista con Willy.
Willy e Forzati vengono visti insieme, intorno all’una di notte, mentre alcuni testimoni, avevano udito, mezz’ora prima, un urlo terribile.
Passa qualche settimana e Forzati, in un pub, uccide 4 persone, per poi fuggire in Argentina.
Qualche anno dopo, viene scagionato per l’omicidio di Willy, e l’indagine si conclude con l’archiviazione del caso.
Nel 2014, Luca Branchi, il fratello della vittima, riceve una lettera anonima, in cui si fa riferimento ad un giro di pedofilia, ed una rete di festini.
Sempre nello stesso periodo, don Tiziano, parroco dell’epoca a Goro, rilascia una dichiarazione al quotidiano “Resto del Carlino”, asserendo di conoscere il nome del responsabile e dei due complici, responsabili dell’omicidio di Willy, le indagini vengono riaperte, ma il parroco ritratta appellandosi al segreto confessionale, aggiungendo che si tratterebbero di voci di paese.
Pista della pedofilia
La pista della pedofilia era già stata seguita dai Carabinieri, nel 1996, senza però trasmettere il fascicolo all’autorità giudiziaria.
Negli anni si sviluppano tante piste investigative, la rapina degenerata in omicidio, regolamento di conti tra bande, traffico di droga, ma la pista della pedofilia non è stata mai abbandonata.
Il delitto di Willy è ancora avvolto in una coltre di omertà.
Per questo povero ragazzo, non è stata fatta ancora giustizia.
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