Il 5 febbraio 1919 veniva fondata la United Artists dall’unione degli attori Charlie Chaplin, Douglas Fairbanks, Mary Pickford e David Griffith: si trattava del primo caso in cui degli attori prendevano le redini di una casa di produzione cinematografica che, tra l’altro, produsse tutti i film più celebri di Chaplin e del cinema muto.
Nel 1951 i nuovi maestri guida della compagnia furono Arthur Krim e Robert Benjamin e dall’esperienza di tanti anni di vita della United Artists nacque nel 1957 l’etichetta discografica denominata United Artists Records.
La distribuzione dei film crebbe tanto soprattutto negli anni Trenta e Quaranta e nel corso degli anni sessanta la United Artists si impreziosì anche del contribuito di noti registi quali John Sturges, Stanley Kramer, Norman Jewison e Robert Aldrich e negli anni settanta Woody Allen, Bernardo Bertolucci e Miloš Forman. Il gruppo di tale casa di produzione, basato sin dalla sua creazione su valori in contrapposizione agli ideali dello studio system, nonostante ambisse ad una produzione indipendente, almeno nell’epoca classica, faceva capo alle majors e utilizzava i teatri di posa.
Si ricordi il primo film prodotto, ovvero “His Majesty, the American” di Joseph Henabery; tra le altre pellicole cinematografiche rientrano “Robin Hood” di Allan Dwan, “The thief of Bagdad” di Raoul Walsh, “The black pirate” di Albert Parker, “The iron mask” di Allan Dwan.
Gli ingenti costi di produzione, successivamente, portarono la casa di produzione a investire in modo limitato nel mercato produttivo e, nel 1924, quando Joseph M. Schenck assunse il ruolo di presidente del consiglio d’amministrazione, il prestigio della United Artists crebbe con la partecipazione di attori di un certo calibro, come Norma Talmadge – una delle dive più popolari all’epoca del muto grazie alla sua interpretazione in “Smilin’ Through” -, John Barrymore e Ronald Colman, spianando la strada alla nuova cinematografia e offrendo nuovi spunti di riflessione e di produzione dei film a livello internazionale.