di Elisabetta Bolondi

Tre racconti, brevi ma intensi, sono raccolti nel volumetto che la Casa editrice Elliot lancia con la nuova collana “Lampi”: tre racconti che la grande scrittrice russo-francese Irène Némirovsky, autrice di innumerevoli romanzi usciti postumi, data la fine tragica della autrice ad Auschwitz, provò a scrivere all’inizio degli anni trenta nel tentativo di proporsi come autrice di sceneggiature per il cinema; in effetti i racconti, per la prima volta tradotti in italiano, sono una prova di scrittura organizzata secondo i tempi e i ritmi della narrazione cinematografica, anche se non divennero mai veri film.

Tuttavia lo stile e l’eleganza della scrittura che ritroveremo in “Suite francese”, in “Due”, in “David Golder”, in “Jezabel”, in racconti come “Il ballo”, sono già presenti in questi tre testi, che, per certi versi, fanno pensare alla raccolta “Un cuore semplice” di Flaubert….

Dunque tre storie, ambientate a Parigi e a Nizza, in tempi diversi, ma comunque vicini.
“La sinfonia di Parigi” racconta di Mario e Gilda, due giovanissimi e poverissimi artisti in cerca di fortuna: lui musicista, lei pittrice, si amano nella pensione parigina dove si sono incontrati e si sposano; la casa è minuscola, i loro progetti si incrociano senza successo, Mario è costretto a rinunciare alla musica che adora ma che non gli dà da vivere, mentre Gilda insiste con la pittura; incontrano una coppia di anziani potenti: Gilda ne è irretita e si lascia comprare dai loro soldi, Mario invece fugge da Gilda e da loro, per comporre finalmente la sua sinfonia parigina…. “Un inno solenne e gioioso conclude la sinfonia”…..conclude l’autrice.
Molto interessante lo spaccato sociale raccontato nel secondo racconto, “Natale”: la famiglia rappresentata alla vigilia di un freddo Natale parigino vede i bambini Cristiane e Jeannot desiderosi di doni e affetto respinti da due genitori indaffarati e lontani, presi da un imminente fallimento, da amanti, da tentativi di sopravvivere grazie ad un matrimonio di interesse di una delle figlie femmine: in realtà Marie Laure e Claudine sono pronte per il ballo natalizio, una con un segreto terribile, è incinta di Ramon, che sta per abbandonarla, l’altra intenta ad accalappiare il rampollo di una famiglia facoltosa, Edouard….il finale è lieto, ma l’analisi sociale che la scrittrice propone è di grande e spietata durezza. Ancora più triste la storia che conclude il libro, “Carnevale a Nizza”: lui, lei, l’altro….siamo ai primi del 900, e Simone Jacquelain , una giovane donna, rincasa per preparare la cena al marito René e al nipote di lui Tony, un giovane studente perdigiorno che vive con la coppia. Dopo una brutta influenza che debilita sia Tony che Simone, si decide che i due andranno per un periodo di riposo a Nizza, sperando che il clima mediterraneo aiuti a risanarli. Ovviamente i due si innamorano, nell’euforia del carnevale, ma l’improvviso arrivo di René mette fine al sogno d’amore della giovane Simone….Finale a sorpresa.
Una scrittura che è molto più di una sceneggiatura, una chicca che la casa editrice Elliot è riuscita a scovare, una lettura “classica” che ci riporta alla grande narrativa realistica francese e che ci conferma la grandezza della Némirovsky.

Redazione

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