di Daniela Cerino
“Tra vent’anni non sarete delusi dalle cose che avete fatto, ma da quelle che non avete fatto! Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite.” (Mark Twain)
Un inno al fare, al movimento, alla creatività, alla passione, all’emozione, alla ricerca. E’ proprio da qui che voglio immaginare abbia tratto ispirazione per il suo libro il direttore del quotidiano romano il Tempo, Mario Sechi.
“Tutte le volte che ce l’abbiamo fatta” di Mario Sechi (ed. Mondadori, ottobre 2012)
Tutte le volte…(non Una)…Ce l’abbiamo fatta (Noi)….
Un titolo che sprigiona e trasmette ottimismo, gratitudine, speranza, forza.
Un contenuto che deve indurci ad essere orgogliosi di noi, che deve infondere e smuovere un moto perenne di volontà e passione…perché tutti possiamo essere grandi protagonisti della nostra storia, perché tutti possiamo imparare a vivere utilmente, senza barcollare in cerca di sopravvivenza.
La mia, la tua, la nostra Italia deve essere quella del ‘ce l’abbiamo fatta’, delle eccellenze, delle speranze, dei sacrifici.
Rimettiamoci in gioco, torniamo a partecipare attivamente nei sistemi della nostra società, per comprenderli, criticarli, migliorarli…per migliorarci.
Con il suo libro Mario Sechi, nella veste di un moderno Virgilio dantesco, ci racconta alcune interessanti storie di italiani che non si arrendono, che ce l’hanno fatta, ce la fanno e ce la faranno.
Gli scenari storico, politico-economici si possono suddividere in quello che va dal Risorgimento al Fascismo che ci rende consapevoli di non poter prescindere da queste due ‘narrazioni collettive’ per ripercorrere e riscoprire la nostra identità; e quello che ripercorre gli anni Settanta arrivando ai giorni nostri con una profonda crisi economica in antitesi ad una società tecnologica, o meglio, tecnologizzata che soffoca l’ingegno. Un recupero delle nostre radici, in uno sforzo quotidiano, per ristabilire la distanza e riappropriarci della nostra storia.
L’attualizzazione morale e culturale parte da una considerazione disillusa degli Italiani visti come un popolo perduto, che va oltre le reali possibilità, sfruttando poco le proprie capacità, ma che…in un crescendo più ottimista…prende coscienza che comunque ha saputo distinguersi creando un proprio stile di vita. In ogni caso la speranza è sempre viva e gli italiani sono stati capaci di grandi imprese.
Sechi contestualizza il suo testo, per non deragliare, definendoci ‘ancora felicemente incastrati tra
Renzo e Lucia e Pinocchio’. Da un lato il Manzoni che con grande umiltà regala agli italiani un romanzo ‘per tutti’, perché l’arte non sia solo fatta per i pochi; dall’altro Collodi inventa la ‘favola per tutti’ dove c’è un Pinocchio che per scampare ai suoi inseguitori, a volte, corre per energia, altre per paura…un po’ come ognuno di noi….
Ma l’Italia è anche quella sognatrice felliniana vissuta in strada ‘per trovare qualche spunto’ , che ad un tratto diventa consapevole che il sogno era stato soppiantato da una contemporaneità alienata e disumanizzata che non riconosceva più.
Siamo figli di quello che è stato il più grande caratterista italiano l’Albertone nazionale, che ce l’ha fatta perché non ha mai nascosto la visione di quello che siamo; abbiamo ‘volato’ con Domenico Modugno e con lui ci siamo riconosciuti umani quando chiese ‘scusa’ di essersi spacciato, da giovane, come siciliano anziché pugliese, alla folla presente all’ultimo suo concerto nel 1993 a Polignano a Mare, chiudendo con ‘… ma per la fame avrei anche detto di essere giapponese!’.
Il libro ci conduce poi nel mondo sportivo con il ‘metodo Pozzo’, un soldato divenuto stratega per aver inventato un nuovo modulo di gioco nel calcio, ma accantonato nell’oblio alla fine del regime perché i suoi successi erano legati a quell’epoca; Pietro Mennea ‘ l’ultimo bianco’ ma che davanti a un Mohammed Ali perplesso di scoprire che l’uomo più veloce non era un nero, rispose ‘si, sono bianco, ma dentro sono più nero di te!’ e che un campione ‘può nascere ovunque’…l’Italia taglierà il traguardo?…
L’Italia è Stile, quello, per esempio, delle Sorelle Fontana, che cercavano fortuna avventurandosi in un mondo che stava per entrare in guerra…ma dove un treno preso per caso le condusse dalla provincia di Parma in una Roma ricca di opportunità dove diedero vita ad un nuovo inizio…allo stile italiano!
La Scienza con Enrico Fermi proietta l’Italia nel futuro e nel mondo dell’infinito…senza sosta.
Gli Inventori Guglielmo Marconi ‘il matto della radio’ con i suoi esperimenti non legati tanto all’intuizione scientifica quanto alla loro applicazione alla vita pratica e Antonio Meucci inventore sfortunato e spodestato della sua scoperta, il telefono, che solo molti anni dopo la sua morte gli fu riconosciuta e riconsegnata la gloria di ciò che gli era stato tolto; Giulio Natta il nostro piccolo grande chimico, inventore della plastica e grande imprenditore.
‘Imported from Chieti’altro non è che l’irregolare Sergio Marchionne che prende la Chrysler e la da in sposa alla Fiat per globalizzare una casa automobilistica. Rivoluziona le relazioni industriali italiane diventando la dinamite del sistema industriale del nostro Paese. Un Paese incapace di accettare la sfida, che non riesce a spiccare il volo…un Paese ‘particolare’ che ‘ha regole particolari che sono folcloristicamente locali’. Intanto Marchionne continua il suo viaggio…
Creatività, leggerezza, dedizione, rigore, cultura, passione ci accompagnano a suon di Musica a conoscere quel maestro ‘totalizzante’ che è Riccardo Muti.
In questo valzer di ricordi e di riconoscimenti di ‘cittadini eccellenti’ di questa Italia forse solo un po’ assopita e confusa come dopo una sbornia tra amici…Sechi ci richiama all’attualità, chiedendoci di svegliarci e riflettere con le ‘visioni e le previsioni’ di Paolo Savona, economista, critico verso un mancato progresso nei nostri settori chiave per lo sviluppo economico come la chimica, l’industria, l’energia ‘perdendo il treno delle grandi innovazioni’. L’occasione sprecata della politica industriale che non ha saputo elevare le potenzialità del Paese. Conseguenza di tutto questo secondo Savona sarà lo ‘shock continentale’. Salviamo le nostre eccellenze e i nostri talenti e forse con un grande sforzo culturale ci salveremo!
Shock come male necessario per risvegliare la coscienza nazionale è anche l’idea dello storico Francesco Perfetti, che auspica, come un buon medico, alla reazione naturale attraverso gli anticorpi di un popolo che sta toccando inesorabilmente il fondo.
‘La fine e l’inizio.Moro’. Ancora uno shock. Sequestro e morte di Aldo Moro che auspica fino alla fine di voler ‘capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo’. Fine e inizio di un nuovo tempo.
Ancora tutto è possibile, ancora possiamo e dobbiamo lavorare per realizzare i nostri sogni, ancora c’è un mondo migliore che ci aspetta!!!
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