di Elisabetta Bolondi

Recensione del volume di Jacob e Wilhelm Grimm, a cura di Jack Zipes, Donzelli 2012

I fratelli Grimm, Jacob e Wilhelm, pubblicarono per la prima volta le loro celebri fiabe nel 1812: ecco dunque che comincia quest’anno il bicentenario, e certamente i due fratelli non avrebbero sperato che in tutto il mondo il 2012 sarebbe stato l’anno della celebrazione della loro opera letteraria. La casa editrice Donzelli ha

accolto il lavoro di ricerca filologica  sistematico che lo studioso americano Jack Zipes ha compiuto da anni su questo genere narrativo e quindi ha pubblicato un volume che, oltre a contenere “41 fiabe da scoprire”, è corredato da una introduzione dal titolo “Conoscere le fiabe sconosciute dei Grimm” che ci rivela un intero mondo, credo davvero  sconosciuto alla maggioranza dei lettori. Tutti noi siamo cresciuti con in testa Biancaneve, Il Gatto con gli stivali, Barbablù…..Ma quanti di noi avevano letto La mano col coltello, La Morte e il guardiano d’oche, Le bambine e la grande fame? Jack Zipes ci spiega come sono nate queste storie, la genesi creativa di questi testi, il lavoro che ha portato i Grimm dalla prima edizione del 1812 a quella definitiva del 1857, le varianti, le contaminazioni, i mutamenti…. “Le fiabe della prima edizione spesso narravano di giovani lacerati, e molte venivano raccontate per illustrare conflitti ricorrenti che esistono tuttora  ai giorni nostri. Di frequente raffigurano le dispute tra i giovani protagonisti e i loro genitori; oppure ci narrano di bambini maltrattati o abbandonati , di giovani perseguitati, di rivalità fraterne , di regine e sovrani malvagi che abusano del loro potere…” Ecco allora che lo scenario lontano delle favole di allora ci arriva con straordinaria attualità: Il principe ranocchio, che apre la raccolta, è una storia a lieto fine che apre la mente all’ottimismo: c’era una volta un re che aveva tre figlie…ovviamente una delle tre è quella saggia, che accoglie il brutto ranocchio, il quale  grazie  al suo amore e alla fedeltà si trasformerà in un bel principe.  Il tema della metamorfosi e dei buoni principi che premiano che li mette in pratica si ripete  in tante delle fiabe qui raccolte. Un re con tre figlie ritorna anche in “Principessa Pel di topo”: anche qui la migliore delle figlie viene condannata a morte  dal padre, perché aveva dichiarato che lui gli era più caro del sale. Ovviamente il servo incaricato di ucciderla la risparmia (come il cacciatore di Biancaneve) e la giovane, vestita di pelo di topo, farà da serva ad un altro re, che, riconosciutala principessa bellissima, la sposerà, mentre il padre, che non l’aveva riconosciuta, invitato al banchetto di nozze chiederà del sale, senza il quale non può mangiare e quindi  riceverà una dura lezione dalla figlia ora regina. Travestimenti, agnizioni, uccisioni, delitti: le trame delle fiabe appaiono dure e violente, eppure non possiamo fare a meno del fiabesco che esiste connaturato al nostro stesso essere uomini, e i Grimm lo hanno saputo magistralmente evocare e trasformare in storie indimenticabili. Il volume, tradotto da Camilla Miglio,  è corredato delle illustrazioni originali dell’artista argentino Fabian Negrin, tavole che saranno in mostra a Roma nell’atrio del Goethe-Institut a fine novembre.

 

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Inserito dai Redattori di "Vento nuovo". Quotidiano di informazione, cultura, innovazione, economia, arte, fashion, gossip, sport, fondato a Roma nel 2009 ( n. 43/2010)

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