“Amanda Lear”, il nuovo singolo dei Fuoricentro guidati da Maurizio Camuti e uscito su tutte le piattaforme il 28 novembre, è un brano originale dedicato all’icona artistica Amanda Lear: attraverso le parole e i suoni, il testo riflette sul contrasto tra la creatività libera e vibrante degli anni della “Milano da bere” e il presente segnato da difficoltà umanitarie che minacciano il nostro presente e futuro.
I Fuoricentro, attivi dal 2003, propongono una riflessione poetica sull’attualità, con spirito di speranza e rinascita, come in molti altri loro brani sempre attenti ai temi sociali: dall’omofobia, alla violenza, alla sperimentazione animale, all’emigrazione.

Ci può parlare della nascita del singolo? A che cosa è dedicato?
“Il singolo è nato un po’ per caso, tanti anni fa. Non ricordo esattamente se fosse il 2011 o il 2012 quando l’avevo depositato per la prima volta. Successivamente l’ho rivisto a casa di un mio amico chitarrista, Paolo Sala. L’idea iniziale era quella di un omaggio ad Amanda Lear. Ho poi rielaborato e attualizzato il testo, mettendo a confronto l’epoca in cui lei era un’icona — gli anni ’80 — con la società di oggi. Questo parallelismo sarà ancora più evidente nel videoclip.
Amanda Lear, nel singolo, rappresenta un ruolo simbolico: una leggerezza solo apparente, perché lei è un’artista completa, una pittrice, una donna estremamente intelligente che io, da piccolo, ho sempre guardato e ammirato. Attraverso questo omaggio ho voluto evocare quell’energia e riportare l’attenzione su un’epoca che oggi sembra molto lontana.”

Quali sono i temi che trattate più spesso, soprattutto in relazione all’attualità?
“Abbiamo affrontato diversi temi sociali e molti torneranno anche nel nuovo videoclip. Mi appassionano soprattutto il cambiamento climatico, la disparità di genere, la violenza contro le donne e l’omofobia.
Un altro tema per me importantissimo è quello legato al mondo animale.
Nei nostri testi abbiamo parlato anche di immigrazione. Io sono di origine siciliana, nato a Milano, e attraverso il mio vissuto ho voluto trasmettere un messaggio con un brano di qualche anno fa dedicato metaforicamente al viaggio dal Sud al Nord d’Italia — e dal Sud al Nord del mondo”.

C’è una frase del singolo “Amanda Lear” a cui lei è particolarmente legato?
“Sì, cioè ‘È bionda ed esagerata ma è tornata’. È parte del ritornello finale ed è un messaggio rivolto ad Amanda Lear, affinché “torni tra noi mortali”, come dico anche nel testo. In modo simbolico, rappresenta il ritorno di ciò che oggi sembra essersi perso: la leggerezza, la connessione autentica tra le persone e, secondo me, anche il vero senso della vita.
Nel brano cito anche le guerre, perché, direttamente o indirettamente, ne siamo comunque coinvolti. Abbiamo un conflitto praticamente “dietro casa”, e — da quanto emerge anche dalle dichiarazioni del portavoce della NATO — potremmo essere coinvolti indirettamente in futuro”.

Pensa che la musica e la forza evocativa della parola poetica possano aiutarci a ritrovare quel senso della vita che oggi sembra smarrito?
“Assolutamente sì. Per me la musica è il canale espressivo preferito: è una lingua universale, usata da sempre dall’umanità. È uno strumento potentissimo e immediato per far riflettere le persone, per farle fermare un attimo a osservare ciò che accade. Può creare una coscienza collettiva e aiutare a guardare noi stessi e il mondo con più attenzione”.

Quale messaggio vuole trasmettere?
“Per come la vedo io, oggi c’è molta più solitudine tra le persone. Siamo iperconnessi ma, paradossalmente, ci vediamo sempre meno. L’illusione dei social e del telefono dà l’impressione di essere vicini, ma in realtà crea distanza”.

Ha in programma un nuovo singolo o un tour?
“Uscirà un EP composto da tre brani. Posso anticipare che uno parlerà di mafia, quindi restiamo sempre in ambito sociale. Il terzo brano, invece, è legato a un mio vissuto personale, un ricordo della Milano di tanti anni fa. Ma non voglio svelare troppo!”