Il baseball è come noto uno degli sport più diffusi e popolari in America, tanto che da quelle parti viene praticato anche nelle scuole. In Italia il successo è stato molto più timido, ma la storia di questa specifica disciplina nello Stivale è comunque molto curiosa. Sebbene ci fosse già chi giocava a baseball oltre un secolo fa, soltanto dopo la seconda guerra mondiale il gioco è stato ufficialmente regolamentato. Oggi esistono 50.000 tesserati e più di 450 società affiliate alla Federazione Italiana e la nazionale azzurra si è tolta parecchie soddisfazioni nel tempo, anche se agli Europei del 2023 l’Italia è stata eliminata nella prima fase. Ma come si è arrivati fino a questo punto?
I primi incontri di baseball italiani furono disputati nel gennaio del 1887 a Livorno, tra alcuni marinai americani. Un paio di anni più tardi fu Albert Goodwill Spalding ad avere l’idea di istituire una specie di tour mondiale per diffondere il verbo a livello internazionale e furono Napoli, Roma e Firenze le città scelte per far conoscere questo sport nel Belpaese. Negli anni seguenti, però, non rimase alcuna traccia del baseball tra gli sportivi e quel tour fu ricordato semplicemente come un evento passeggero. Bisognò aspettare fino al 1919 per sentir parlare nuovamente del baseball, grazie a Guido Graziani, che provò ad organizzare delle partite nella capitale, per poi annullare tutto. Più fortunato fu invece Mario Ottino, conosciuto soprattutto come Max Ott: un italiano trasferitosi negli USA a inizio secolo e che una volta tornato in patria provò a far appassionare i suoi connazionali al baseball.
Verso la fine della prima metà del XX secolo era soprattutto ad Anzio e a Nettuno che si giocava a baseball. A partecipare agli incontri erano perlopiù i militari statunitensi. Fu in quel periodo che nacque la LIB, ossia la Lega Italiana Baseball, anche grazie allo stesso Max Ott. Nel 1948 si tenne dunque la prima partita di baseball che vide in campo soltanto giocatori italiani. Poco dopo fu allestito il primo campionato nazionale, che coinvolgeva solo 5 formazioni. Il 13 dicembre dello stesso anno vide la luce la Federazione Italiana Baseball Softball, che si fuse con la LIB per diventare la FIPaB e infine riacquisire la denominazione originale nel 1957, quando fu effettivamente approvata dal CONI.
Oggi il baseball italiano si articola in più tornei regolati a livello federale, con tanto di promozioni e retrocessioni. Come nel calcio esistono la Serie A, la Serie B e la Serie C. Fino a qualche anno fa esistevano la Serie A1 e la Serie A2, ma dal 2021 è presente una Serie A unica. A parteciparvi nel format attuale sono 33 squadre, che vengono suddivise in 8 gironi. Le vincenti di ogni gruppo si giocano direttamente il titolo nazionale, mentre tutte le altre formazioni si limitano a lottare per la salvezza. In 5, infatti, retrocedono in Serie B al termine della stagione. In cima all’albo d’oro c’è il Nettuno Baseball City, con 17 titoli.
Parlare di baseball non è sempre facile in Italia. Si tratta ancora di uno sport di nicchia nel nostro Paese, certamente non popolare, ma che comunque mantiene un suo “zoccolo duro” di appassionati. In rete si trovano anche una specifica offerta di scommesse sul baseball così come vari siti di informazione dedicati a questa disciplina, tuttavia il calcio, il tennis e il basket godono di ben altro seguito. Chissà che nel prossimo futuro la visione dell’Italia su questo sport non possa cambiare, regalando allo Stivale tante nuove soddisfazioni dalle tinte azzurre.