di Silvia Quaranta (*)
A 18 anni di distanza dalla tragica scomparsa di Paolo Borsellino, Giorgia Meloni, Ministro della Gioventù, promuove la pubblicazione di “Il profumo della libertà”, una raccolta di memorie e testimonianze dedicate alle figure dei giudici Falcone e Borsellino, vittime della mafia. Interamente curato dal Ministero della Gioventù, “Il profumo della libertà” non è un semplice libro, è qualcosa di più. È un meta-libro. Già da oggi è possibile sfogliarlo in versione cartacea, ma anche metaforicamente: lo si può, infatti, scaricare direttamente da Internet all’indirizzo www.ilprofumodellaliberta.it. La versione cibernetica, inoltre, rimane in un certo senso inconclusa, “aperta” ai progressivi arricchimenti che verranno offerti, di volta in volta, dalle testimonianze lasciate dai protagonisti della lotta alla mafia.
Il volume si compone di due preprefazioni, la prima di Giorgia Meloni e la seconda del Ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Prosegue poi con la toccante lettera di Manfredi Borsellino, figlio di Paolo, con l’introduzione del Procuratore Nazionale Antimafia, Piero Grasso, con un’intervista all’ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, e con altre testimonianze di chi ne è stato collega, amico, di chi ne raccoglie l’eredità. “Il profumo della libertà” non è, e nemmeno pretende di essere, un’analisi della mafia come fenomeno, né storica né sociale. Non ripercorre la biografia di Borsellino, ne dipinge piuttosto, attraverso le parole di chi lo ricorda, la statura umana, la straordinaria caratura morale, l’autorevolezza sincera. Il capitolo conclusivo, di Tommaso Virga, s’intitola “Paolo Borsellino: un uomo buono”. Dieci anni fa, sempre parlando di Borsellino, Luciano Costantini utilizzò l’identica espressione, sentenziando che, talvolta, i suoi interlocutori rimanevano insoddisfatti da questa definizione, eppure non sarebbe stato facile trovarne una più appropriata. E questa è, nella sua semplice grandezza, l’immagine di Borsellino che emerge dal libro: il ritratto di un uomo buono, in grado di “contagiare” chi aveva intorno con la sua passione per la Giustizia e per la Verità, con il suo entusiasmo e con la sua innata insofferenza verso ogni forma di prepotenza e di sopruso. «Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo» riporta il sottotitolo del libro (citando proprio una frase del Magistrato palermitano), e questo sembra l’invito lanciato a tutti i giovani Italiani dal Ministro Meloni che, nel concludere la prefazione, scrive: «c’è un pensiero straordinario usato da Paolo Borsellino, mentre parlava con gli studenti di una scuola, pochi giorni prima di essere ucciso: la lotta alla mafia dev’essere, innanzitutto, un movimento culturale, che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà, che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità».
(*) Studentessa di Lingue all’Università “Sapienza” di Roma, Vicepresidente dell’associazione “La Testata”