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Delitto di Modena: tre Dna sul reggiseno di Alice Neri, non c’è quello del principale sospettato

di Luca Marrone

Modena. Tre tracce di Dna recuperate dalla spallina del reggiseno di Alice Neri, la 32enne uccisa nella notte tra il 17 e il 18 novembre scorso, il cui cadavere carbonizzato è stato rinvenuto nel bagagliaio della sua auto a Fossa di Concordia, nel Modenese.

Tre profili genetici – su uno dei quali sono ancora in corso gli accertamenti del Ris di Parma – che non sembrerebbero riconducibili al principale sospettato del delitto, il 29enne tunisino Mohamed Gaaloul. È quanto si legge sul Resto del Carlino. Ancora si ignora la paternità dei tre Dna ma, a quanto sembra, quello di Alice sarebbe risultato presente sulla tracolla del borsello dello stesso Gaaloul e il Dna di quest’ultimo su un mozzicone di sigaretta della giovane vittima. Del resto, lo sappiamo, il 29enne non ha mai negato di aver trascorso più di un’ora con la donna, la notte del delitto.

Proseguono, nel frattempo, anche gli accertamenti su altri reperti provenienti dalla scena del crimine. Riferisce la criminalista Katia Sartori, consulente della difesa di Nicholas Negrini, il marito di Alice: “Nei prossimi giorni saranno esaminate, come da nostra richiesta, le maniglie dell’auto per la ricerca delle tracce dattiloscopiche. Parliamo delle maniglie trovate da un giornalista sul luogo del delitto, qualche giorno dopo il brutale assassinio, ovvero il 30 novembre e repertate il primo di dicembre dai carabinieri.” “Saranno poi analizzate, come richiesto dal perito del giudice”, prosegue Sartori, “le campionature effettuate dal Ris all’interno dell’auto data alle fiamme al fine di rilevare sostanze chimiche in generale. Ad oggi, infatti, non si può escludere che sia stata utilizzata la tanica di olio esausto, nonostante non vi sia certezza che sia stato effettivamente usato quell’olio.”

Attualmente sono tre gli iscritti nel registro degli indagati per il delitto: oltre a Gaaloul, in carcere, il marito di Alice e il collega di lavoro della donna, Marco Cuccui, che ha trascorso con lei, presso lo Smart Café di Concordia, la serata che ha preceduto l’omicidio.