Caro paziente,
La pandemia ci ha messi a dura prova, tra cattive informazioni e notizie fuorvianti che ogni giorno bombardano le nostre menti minacciando la nostra tanto precaria tranquillità.
Caro paziente, chiedo scusa a nome di tutti coloro che in nome della scienza hanno seminato informazioni fuorvianti e fobiche (nuove varianti, vaccini da somministrare via etere, cure miracolose…) e hanno calpestato il profondo bisogno di solidarietà, conforto e comprensione che avevi.
Abbiamo anche un’anima da curare, una psiche e un’affettività.
Eravamo rimasti a: il vaccino ci salverà, e poi a due dosi di vaccino, poi una terza, una quarta e chissà quante altre. Qual è il motivo? Il vaccino contro il Coronavirus non è come gli altri a cui eravamo abituati (vedi il morbillo, parotite, rosolia ecc.) proprio perché il Coronavirus è un virus influenzale e quindi per avere anticorpi protettivi e sempre pronti abbiamo bisogno di richiami periodici proprio come per i più comuni virus influenzali.
Allora perché anche con una terza dose sei risultato positivo?
Perché, proprio come con l’influenza, possiamo beccarci il Covid-19 se non stiamo attenti: ebbene sì! Il vaccino è una protezione, uno scudo immunologico che tuttavia non può sostituire o compensare la nostra attenzione alle buone prassi di protezione individuale a casa, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle palestre e negli uffici. (protezione delle vie respiratorie, igiene di mani e superfici, areazione frequente).
Viviamo in un periodo storico in cui l’attenzione verso nuovi virus emergenti è una realtà che va affrontata con coscienza e oggettività, viviamo solo i primi anni di un nuovo momento storico. Per assurdo ogni anno potrebbe emergere un nuovo virus frutto di un “salto di specie” che potrebbe raggiungere in due o tre giorni l’esatta parte opposta del globo, la super-globalizzazione ha portato ad un’accelerazione nel veicolare un microbo patogeno da un’estremità all’altra del mondo.