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Bergamo-Brescia Capitale della Cultura 2023

a cura di Francesca Baroni

Due città ritrovate unite nel desiderio di “crescere insieme”

 

La nomina di Bergamo e Brescia a Capitale Italiana della Cultura 2023, occorsa il 16 luglio del 2020, è nata dalla volontà di reagire alla discontinuità che, dall’inizio 2020 in avanti, ha profondamente segnato la convivenza globale. La violenza e la rapidità con cui la pandemia di Covid-19 ha fatto irruzione nelle due città, anche certamente a causa della loro economia aperta e dei loro mercati globali, ha fatto storia e le tristi immagini di quei giorni hanno emozionato il mondo.

Per questo il Governo Italiano ha risposto positivamente alla proposta avanzata dalle due città, decidendo di sostenere la loro candidatura con la nomina a Capitale Italiana della Cultura 2023, avvenuta con il Decreto Rilancio 1, in via straordinaria e in deroga rispetto alle normali procedure.
L’iniziativa Capitale Italiana della Cultura è stata designata nel 2014 e ha tra gli obiettivi quello di sostenere e valorizzare il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione, la creatività, l’innovazione, la crescita e lo sviluppo economico.
Il titolo di Capitale italiana della Cultura è conferito per la durata di un anno, la nomina del 2022 è stata assegnata a Procida, mentre il 2024 sarà l’anno di Pesaro.
Per la prima volta, da quando il titolo Capitale Italiana della Cultura è stato istituito, due città, unite nel desiderio di «crescere Insieme», danno vita a una sola Capitale. Una città unica che non si limita alla mera somma algebrica delle risorse delle due città sul piano delle produzioni strettamente culturali: consente invece di lanciare un’immagine di spazio urbano cresciuto nel raggio gravitazionale di Milano ma non assorbito dal medesimo, e, al tempo stesso, ricco di specificità identitarie, risorse, capacità e opportunità di sviluppo.
Castello di Brescia
Il tema portante del progetto, “La città illuminata”, intenzionalmente singolare e non plurale, è una prima testimonianza della decisione che Bergamo e Brescia hanno preso nel progettare assieme questo anno speciale. Un progetto che va oltre l’anno della manifestazione per costruire le condizioni di un nuovo futuro per le comunità territoriali e l’Italia.
Il budget complessivo dell’anno Capitale Italiana della Cultura,  destinato alla realizzazione del progetto, contabilizzava 20.500.000 euro nel mese di gennaio 2022. Il contributo del Ministero della Cultura ai Comuni di Bergamo e Brescia è di 2 milioni di euro; il resto delle risorse disponibili provengono dal Comitato Bergamo Brescia 2023 (5 milioni), dalle Istituzioni culturali e associazioni (9 milioni), dai sostegni istituzionali (2,5 milioni) e dagli sponsor privati (2 milioni). Un’investimento non indifferente dal quale ci si aspetta grandi e postivi ritorni economici sul territorio, anche in termini di immagine e numero di visitatori.
Piazza Dante BS

Nel concreto, gli obiettivi prefissati per la categoria “visitatori” sono:

  • Aumentare gli arrivi e le presenze turistiche (benchmark 2019) dei due capoluoghi avvicinandosi al delta tra Matera (Capitale Europea) e Mantova (Capitale Italiana): +20%.
    Di conseguenza, fungere da attrattori turistici a beneficio dei reciproci territori aumentandone la performance.
  • Aumentare la permanenza media dei visitatori (benchmark 2019: a Bergamo permanenza media di 1,9 giorni; a Brescia permanenza media di 2,09 giorni) dei due capoluoghi: 2,1 giorni, pari a più 10,09% per Bergamo e 2,2 giorni per Brescia, pari a più 5,3%.
  • Fidelizzazione del pubblico: convertire una buona percentuale (+10%) delle presenze turistiche 2023 in visitatori di ritorno.
  • Attirare nomadi digitali.
  • Attirare giovani talenti nazionali/internazionali, vale a dire convertire visitatori in futuri cittadini in collaborazione con le imprese del territorio (employer branding).
    Piazza Vecchia BG

EVENTI DI MARZO

18 – nel concerto idiofono (vale a dire di campane) più grande del mondo, alle 20 le campane di tutti i paesi delle due province suonano rintocchi in memoria delle vittime del Covid.
24 – al Museo di Santa Giulia, nell’ambito del Brescia Photo Festival si inaugura la mostra «Luce della montagna» con opere di Ansel Adams, Martin Chambi, Vittorio Sella e un portfolio dedicato alle Alpi e Prealpi bresciane del fotografo tedesco Axel Hutte.
31 – a Cellatica alla Casa museo della fondazione Paolo e Carolina Zani si apre la mostra «Il tavolo delle meraviglie» dedicata ad uno dei capolavori custoditi nella collezione.
31 – a Bergamo e Brescia la mostra fotografica promossa da Fondazione Negri, Fondazione per la storia economica e sociale di Bergamo, Fondazione Dalmine e Musil racconta la «Cultura d’impresa» e le storie di innovazione nelle due città.

Il non consumo culturale in Italia

L’indagine svolta da Istat sul consumo culturale in Italia rivela che “nel 2020 il 60,0 per cento della popolazione di 6 anni e più, considerando i 12 mesi precedenti, ha svolto nel tempo libero almeno una delle seguenti attività: visitare musei, mostre, siti archeologici o monumenti, assistere a concerti di musica classica o di altro genere, partecipare a spettacoli teatrali, a proiezioni cinematografiche, a eventi sportivi o frequentare luoghi di ballo.” (Istat, Annuario statistico italiano 2021).
Questo dato implica, simmetricamente, che su scala nazionale circa il 40% della popolazione non fruisce dell’offerta culturale istituzionale fuori casa, con i conseguenti problemi in termini di partecipazione e di costruzione del capitale sociale. La percentuale di coloro che non fruiscono cultura è in aumento rispetto al 2019, ma anche prima della pandemia era attorno al 35%. Come indicato dalla figura seguente, il dato mostra differenze strutturali tra maschi e femmine, e soprattutto un andamento decrescente dal 2005 al 2019 (il 2020 rappresenta infatti un’anomalia).