Torino, Genova, Roma, Napoli, Palermo, sono solo alcune delle città nelle quali la fotografa documentarista Elena Perlino ha trascorso gli ultimi anni ad esplorare le connessioni tra il traffico di esseri umani in Italia e l’industria del sesso basato sul commercio e lo sfruttamento delle donne africane.
Una raccolta di immagini che documentano la vita quotidiana di donne per lo più nigeriane che costituiscono la maggior parte della popolazione più vulnerabile e soggetta al meccanismo della tratta. L’Ufficio delle Nazioni Unite per la lotta alla Droga e al Crimine ha posto la Nigeria nella lista degli otto paesi con il tasso di traffico di esseri umani più alta del mondo e attualmente l’Italia rappresenta un’importante paese di destinazione e di transito per donne vittime di quest’orribile tratta. Raccogliendo le storie di donne di Benin City – circa l’ 80% delle donne vengono da Edo, uno stato situato nella Nigeria meridionale – questo reportage testimonia le molteplici ragioni legate alla migrazione forzata o voluta delle donne costrette poi in schiavitù. Il lavoro di Elena Perlino, in mostra fino al 31 gennaio al Palazzo delle Arti di Napoli, tenta di comprendere la complessità e le contraddizioni della loro esperienza attraverso un racconto duro e allo stesso tempo toccante. Gli scatti infatti sono realizzati con attenzione e rispetto nonostante siano intrise di profondo e drammatico realismo. La strada, le baracche, i segni lasciati sulla pelle dagli sfruttatori, abitazioni fatiscenti costituiscono gli elementi di un racconto in sordina portato alla luce da un reportage raffinato, eseguito senza scadere nella commiserazione.
Non è semplice ritrarre un mondo sommerso che troppo spesso si finge di non vedere e che purtroppo coinvolge tutta l’Europa, l’Europa della comunità europea, dei diritti dell’uomo e dell’aiuto agli immigrati. Tutte le immagini, comprese quelle della mostra, sono raccolte nel report dal titolo “Pipeline: Human trafficking in Italy” pubblicato dalla Schilt Publishing.