Si è celebrata ieri, domenica 19 novembre, la Giornata Mondiale dei Poveri e mai appello è stato più importante, per abbracciare ed evidenziare ciò che sta accadendo nel mondo.

Bisogna saper ascoltare e portare sostegno a tutte quelle popolazioni duramente colpite dalla povertà e messe a dura prova, ulteriormente, dalla guerra. Una di queste popolazioni è il Libano. Appena iniziata la guerra in Medio Oriente, si era evidenziata la problematica dei paesi vicini al conflitto, che non avrebbero potuto affrontare l’estensione del conflitto nei propri territori. La possibilità che si trasforma in certezza di dover chiudere le strutture comunitarie che accolgono la popolazione indigente, creando danni incolmabili. Ospedali che non riescono più a far fronte alle necessità dei propri pazienti, cibo insufficiente e povertà in costante aumento, al quale le organizzazioni sociali mondiali, non riescono più a far fronte, e che devono richiamare l’attenzione del mondo, per fronteggiare l’ennesima emergenza. Lo Stato Libanese, non riesce a far fronte alle richieste di aiuto, le strutture pubbliche non esistono più, le scuole sono chiuse e intere famiglie riversano in condizioni di povertà assoluta. Una guerra all’interno della guerra stessa che al confine, nel sud del Libano, vede sempre più crescenti incidenti ed attentati con gli Hezbollah. La popolazione civile, che risiede nella parte sud del Libano, ha dovuto abbandonare le proprie case sostandosi a Beirut, Sindone e a Tiro. Migrazione che vede, non solo i libanesi, ma anche 3milioni di rifugiati siriani, che scappano la guerra; una situazione insostenibile per il Libano, che di abitanti ne ha 4milioni.