
Se in un primo momento Stati Uniti d’America e Inghilterra, avevano “bloccato” la bozza per la risoluzione sulle pause umanitarie nella guerra in Medio-Oriente, ora non è più possibile aspettare.
Misure importanti “per ottenere pause umanitarie urgenti e prolungate, a Gaza, per un numero di giorni sufficiente”, che non possono essere rimandate; un messaggio importante e fermo, da parte dell’Onu ad Israele. Ma il presidente Benyamin Netanyahu, avrebbe già respinto tale possibilità attraverso l’Ambasciatrice israeliana Meirav Elion Shahar, chiudendo ogni possibilità al confronto ha espressamente affermato: “Il diritto internazionale non è un patto suicida che consente alle organizzazioni terroristiche di beneficiare di un costante sostegno internazionale”. L’astensione degli Stati Uniti d’America, (insieme all’Inghilterra), creano disequilibri per l’astensione alla votazione della bozza. Il governo di Israele, avrebbe timore che, nei giorni “di tregua”, Hamas possa rifornirsi di armi, consentendo altresì la resistenza armata. Diritto internazionale che, ad oggi, non sarebbe stato rispettato da Israele tanto che, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, avrebbe richiesto e denunciato, le violazioni e le incongruenze tra morti civili (di cui, per la maggior parte sarebbero donne e bambini) e militari, con un conseguente disastro umanitario e una distruzione dei diritti umanitari. Turk, nel meeting di Ginevra ha proseguito affermando: “Accuse estremamente gravi di violazioni multiple e profonde del diritto internazionale umanitario; che, chiunque le abbia commesse, richiedono indagini rigorose e piena responsabilità”.